Yisrael Dror Hemed ritrae nella sua pittura principalmente figure maschili. La maggior parte degli uomini che dipinge sono quelli che incontra per caso. Gli chiede il permesso di fotografarli e poi li dipinge partendo da quegli scatti.
Yisrael Dror Hemed all’interno della pratica del dipingere conferisce un atteggiamento concettuale del comune e del quotidiano. Nei quadri si percepisce una raffinatezza che lega l’erotismo tra il pittore e i suoi soggetti. In alcune tele, l’uomo guarda direttamente lo spettatore, ma nella maggior parte dei quadri non lo fa. È come se Yisrael riuscisse a portarci oltre, nel profondo dei suoi pensieri, al di là dello sguardo del soggetto.
Yisrael riporta a olio su tela le fotografie digitale che scatta. Nella sua arte c’è un profondo amore nell’osservare quei soggetti maschili. È come se volesse prolungare il più a lungo possibile lo sguardo istantaneo dato dalla fotografia e trasportarlo nella figura dipinta. Si viene così a creare uno spazio di sguardi e relazioni, prima tra il pittore e il soggetto e poi tra noi spettatori dell’opera e del momento.
Se l’immagine da cui tutto parte è immediata, casuale e veloce, come gli scatti che siamo soliti fare con i nostri smartphone, qui vengo riportata a un momento di grazia. La pittura tradizionale a olio lenta, permette di soffermarci sulle sfumature e di ritornare più e più volte. I dipinti sono caratterizzati da toni morbidi e dalla fluidità delle forme, creata dalla tavolozza dei colori.
Per Yisrael è come se l’atto del dipingere fosse una silenziosa rappresentazione del contemporaneo, dove esplora l’immagine della figura maschile, sia nella sua sfera culturale che sociale.
Chi è Yisrael, puoi parlarci un po’ di te?
Sono un pittore figurativo israeliano, vivo a Netanya. Da che ho memoria di me stesso, ricordo di aver sempre dipinto. Solo dopo essermi laureato in giurisprudenza ho deciso di dedicarmi interamente alla pittura. Ho studiato presso lo studio dell’artista Maya Cohen Levy a Tel Aviv. La mia pittura è incentrata su figure maschili e la mascolinità. Di recente ho ricevuto il Premio Haim Shiff 2020 per l’arte figurativa realista. Ho tenuto una mostra personale al Museum of Art di Tel Aviv, intitolata “Painter-Gatherer”.
Come vive un artista in Israele?
Sarebbe difficile per me confrontare la mia vita da artista in Israele con quella di chiunque viva all’estero. Posso dire che il mio studio è anche il luogo in cui vivo, quindi la pittura è parte integrante della mia routine quotidiana. Al momento non sono rappresentato da nessuna galleria in Israele, quindi vendo direttamente i miei dipinti. Vivere in Israele significa, ovviamente, dipingere gli israeliani nel mio ambiente, così come coloro che vengono a trovarmi. La stessa scena artistica israeliana è molto vivace e diversificata, gode di libertà e tolleranza.
Chi sono gli uomini che rappresenti?
Esploro le varie forme della mascolinità nel ventunesimo secolo attraverso la mia pittura. Mi avvicino a uomini che incontro per caso, chiedo loro il permesso di fotografarli e poi dipingo dalle fotografie nel mio studio.
Innanzitutto ritraggo il mio ragazzo, che ha qualche anno più di me. Ci conosciamo da quasi nove anni e nel tempo libero lo dipingo, spesso per osservazione, così come i suoi amici che posano di tanto in tanto. Gli altri uomini che dipingo possono essere chiunque mi susciti interesse. Può essere il loro aspetto che attira la mia attenzione, ciò che irradiano nell’ambiente circostante, o possono anche essere semplicemente i colori dei loro vestiti.
I giovani uomini sono piuttosto importanti nel mio lavoro, ma la gamma di uomini trascende tutte le età e gli sguardi. Molto occasionalmente dipingo anche me stesso, cercando di trattare la mia stessa immagine il più oggettivamente possibile.
I tuoi lavori trasmettono molto contatto fisico. Sei una persona fisica?
Mi considero una persona fisica. Si manifesta nei dipinti stessi, non solo nei loro soggetti, ma anche nel modo in cui vengono creati in primo luogo. Sono realizzati a olio su lino grezzo o più raramente su iuta, con trame che enfatizzano i tocchi di pittura.
Trovo che ci sia qualcosa di erotico e di caldo nella ruvidità della pittura sulla superficie della tela.
Come definiresti la tua arte e il tuo modo di creare?
Direi che c’è una tensione con tra il soggetto della mia arte, che è molto contemporaneo e spesso queer e lo stile della mia pittura che può sembrare tradizionale. Allungo le mie tele e ci applico io stesso il gesso. La pittura può richiedere molto tempo, di solito diversi mesi. Lavoro su una serie di dipinti contemporaneamente, prima a grandi tocchi, che lentamente diventano sempre più fini e precisi.
Quale musica attribuiresti alla tua arte?
In qualche modo la musica israeliana viene prima di tutto nella mia mente, sia le canzoni di tendenza in questo momento che anche quelle tradizionali e folk. La mia pittura ha anche un sapore estraneo, quindi musica classica, canzoni pop, per lo più dagli anni ’60 agli anni ’80 e qualsiasi successo dell’Eurovision, possono essere attribuiti a essa.
C’è molta lussuria ed erotismo nelle tue opere. Quanto sono importanti per te questi due argomenti?
La lussuria e l’erotismo sono molto importanti nel mio lavoro, perché il desiderio di dipingere è spesso acceso proprio da queste due emozioni. È la passione di rappresentare una persona o una scena che stimola l’intero processo, altrimenti so che non funzionerebbe. Queste emozioni mi fanno sentire il bisogno di tornare su quella stessa tela più e più volte per un lungo periodo di tempo.
Quanto della tua arte ti rispecchia?
La mia arte mostra tutto ciò che trovo eccitante, elettrizzante, interessante o affascinante.
Posso dire che è una sorta di diario visivo che consiste di persone che incontro e poi dipingo, immagini che incontro, scene che mi vengono in mente, o qualsiasi altra cosa su cui ho il desiderio di vedere dipinta la tela.
Se c’è qualcosa di queer, è perché riflette la queerness che c’è in me.
Cosa ne pensi della scena artistica europea contemporanea?
Mi piace immensamente. Sembra che molti artisti in tutto il mondo la osservino. Ci sono molti artisti europei il cui lavoro mi piace in particolare: Pierre e Gilles, Michael Borremans che ha tenuto una mostra personale al Museum of Art a Tel Aviv, Neo Rauch, e naturalmente David Hockney e Gerhard Richter.
Come vengono vissute la libertà e la diversità di genere nel tuo paese?
Israele sembra avere due lati, uno tradizionale e più conservatore da un lato e uno liberale dall’altro. Il lato liberale d’Israele non si manifesta sempre nella sua legge. In effetti, abbiamo ministri apertamente gay in Israele, così come membri del parlamento gay, ma i gay non possono ancora sposarsi ufficialmente in Israele, né adottare.
D’altra parte è uno situazione molto comune vedere le famiglie gay con bambini e Tel Aviv ed è molto conosciuta per la sua vita gay, e in particolare per la vita notturna.